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Il blog dell'Associazione ARGONAUTILUS
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Cos’è una mappa?
La prima cosa che mi viene in mente, per associazione di pensiero è il tesoro.
Considerando che MAPPE è il tema di questa nuova edizione della Fiera del libro di Argonautilus, non ci discostiamo tanto.
Uno scrigno aperto otto anni fa che, illuminato con costanza, continua a spandere i suoi bagliori tutt’intorno.
MAPPE: tema che nasce dalle idee che hanno circolato per le trame della Rete Pym.
Fiera del libro di Iglesias, Elba Book Festival, Festival Giallo Garda, Officine Worth.
Rete come culla e insieme trampolino.
Immagino un filo arcobaleno che unisce la Sardegna all’isola d’Elba, a Garda ma anche alla Sicilia, a Roma e Barcellona, alla Toscana. E ancora, a Milano, Torino, all’Africa.
Che lascia il segno dentro ogni ospite, maestra, bambino, albergatore, libraia, bibliotecario, negoziante, lettrice, danzatore.
Dentro ogni persona che guarda, ascolta, partecipa, condivide. E così, lo trasporta di nuovo fuori, questo filo arcobaleno.
Se penso mappa, penso viaggio.
E io che son solita raccogliere le emozioni alla fine, quando ogni anno la Fiera volge al termine… e a renderle parole immediatamente dopo, questa volta sono stata, appunto, illuminata da un’altra idea.
Chi ci segue sta scoprendo giorno per giorno nuove mete di interesse da contrassegnare: ospiti, luoghi, eventi, laboratori, libri.
Ma c’è una mappa nascosta nelle retrovie, fatta di persone, ansie e rituali.
Una mappa a chilometro zero, costruita con il tempo e che negli anni ha reso omaggio alla padrona della festa, la Terra.
Che si è posta domande sulla verità e ha provato a rispondere con tutte le possibili parole che creano mondi.
Che quando ha sentito profumo di felicità, ci ha fatto caso, meravigliandosi per questo e per tutto il bello che è venuto e verrà.
In esclusiva, da oggi potrete consultarla per comprendere un poco cosa si muove nell’ombra.
Tutto ciò che dovrete fare per far sì che si riveli, è dire:
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.”
LA MAPPA DELL’ARGONAUTA.
Vi basti sapere che:
*Quando uno comincia a perdere la voce e l’altra soffre il mal di schiena, ma nonostante tutto questo ridono, la Fiera è dietro l’angolo.
*Quando cominciano a evocare lo spirito guida che risponde sicura, la Fiera è dietro l’angolo.
*Quando i confini geografici si annullano anche prima che scompaiano davvero, e salpano tutti sulla stessa nave Argo, la Fiera è dietro l’angolo.
*Quando uno prepara gli obiettivi, non quelli da raggiungere ma quelli con cui raggiungere e immortalare ogni cosa, la Fiera è dietro l’angolo.
*Quando una aggiunge ore alla giornata da mamma e prof, la Fiera è dietro l’angolo.
*Quando si iniziano a lucidare le magliette da supereroi, ad azionare i superpoteri, a parlare di sedie e scherzi, a risolvere più problemi di quanti se ne possano creare, gli ARGOVENGER sono dietro l’angolo.
Pronti ad accogliervi, guidarvi e camminare al vostro fianco, dal 22 al 25 Aprile, a Iglesias.
Allora, svoltiamo tutti dietro quest’angolo, che la Fiera del libro VIII Edizione ci aspetta, per scrivere, disegnare, danzare e sognare insieme nuove MAPPE.
© Erika Carta
Si dice che bisogna farle sedimentare, le emozioni.
Elaborarle, lasciarle raffreddare.
Ma perché?
La mia urgenza è tutta contraria: trasferirle immediatamente sul foglio, impresse così come sono ora, vive e vivide.
Avranno il tempo di depositarsi assieme a tutte le altre, di mutare in forme che al momento mi sono sconosciute.
La Fiera del libro 2022 di Argonautilus si è conclusa da poche ore.
Il primo giorno sembra sia stato ieri e già lontano un mese.
Del tipo: “Ti ricordi quando Dario Fabbri, analista geopolitico, è venuto a parlare al Teatro Electra?”
A conclusione delle prime ore di una Fiera che è esplosa in tutta la sua meraviglia annunciata.
Nulla da togliere a un tramonto sul mare, a un bel paesaggio ma, come ci ha insegnato Lino Fioretto, nella Lectio Magistralis su Fedor Dostoevskij, la meraviglia è altro. È qualcosa di molto, molto più profondo che passa per il buio, per il dolore; che prende forma nella penombra e nel silenzio.
Uno stato verso cui protendere continuamente, come per la felicità.
Così sostiene il professor Andrea Maggi che, come Sara aveva previsto, ci ha fatte commuovere raccontando di amore e di rabbia.
Meraviglie, come Sylvia Plath e Gae Aulenti, raccontate da Antonella Grandicelli e Anna Rita Briganti.
O come le donne fatte di muscoli tendini e cuore, che si sono guadagnate la pista alle Olimpiadi per correre a fianco degli uomini e che hanno permesso alla meravigliosa Andrea Marcolongo, di tornare alla nostra Fiera per raccontarci anche la sua, di corsa incontro alla vita. De arte gymnastica.
Francesco Abate, Wu Ming, Antonio Manzini e Stefano Mancuso… meraviglie della natura.
Flavia’s end… intramontabile e che speriamo possa presto vivere di nuova vita attraverso gli occhi e il lavoro del regista americano Anthony La Molinara.
Saremo tutti alla prima fila con la maglietta Argonautilus a sostenere la nostra Claudia Aloisi.
I festival gemelli e gli amici dei festival, base dei nodi di questa rete, sempre più robusta.
Aldo Dalla Vecchia, Letizia Vicidomini, Marco Belli. Rete Pym.
Ospiti come Matteo Giusti, che ti viene naturale salutare come se, trascorso un anno, rivedessi un vecchio amico.
La poesia che ci ha incantati tutti nei pressi di un vicolo, facendo volare il pensiero in alto, più in alto di questa terra.
È poi arrivato un momento che ha ridestato in me ricordi ancora caldi, appena conservati in un posto speciale nel cuore.
La Sicilia.
E questo ponte immenso con la Sardegna che si rinsalda ogni volta che è possibile ma anche da lontano. Giorno per giorno.
Il collettivo Sicilia Niura che narra in modi infiniti i volti infiniti di una terra sorella.
Il mio amico Rosario Russo che ci tiene da morire e non esita a dimostrarlo. Che racconta di sé, dei suoi personaggi e luoghi ma anche dei suoi legami, rendendo tutto più vicino e meravigliosamente umano. E a cui vorrei dire che non ho mai letto così tanti gialli uno appresso all’altro, in vita mia, come da quando converso con lui di letteratura. E gli sono grata per i consigli di lettura, preziose scoperte.
Gaudenzio Schillaci che siccome, “la felicità si racconta sempre male”, ci pensa lui a sviscerarla con parole affilate. Le stesse che certe volte si ha necessità di attraversare a fondo, per comprendere la meraviglia.
Alfio Grasso che mi ha fatto letteralmente piangere dalle risate e che, con la sua casa editrice Algra porta avanti un grande progetto trovando il suo meraviglioso posto fermo in mezzo all’immensità di questo mare.
Alosha Giuseppe Marino. Il primo danzastorie che abbia mai conosciuto. L’unico.
Alosha che racconta senza parlare, che comunica, diverte, commuove.
Professionalità e bontà d’animo, espressività e movimento.
Alosha che mi ha fatto regalo immenso, danzando in uno dei miei posti del cuore. Ancora sono incredula che sia accaduto veramente ma è proprio questo, l’effetto che fa: realtà sospesa, magia. Meraviglia.
Con attorno queste persone e con Antonio Pagliuso, autore, e Mattia della casa editrice Wom, mi sono trovata seduta in una sedia al centro del palco, al parco S’Olivariu, luogo che continua a regalarmi emozioni.
Ho moderato la tavola rotonda “Ponti di libri”. Un sogno, fatto di giorni d’ansia prima e grande soddisfazione, dopo.
Una domenica importante che mi ha vista impegnata in prima persona anche con ArgoCircolo Letterario e tutti i gruppi di lettura dei diversi comuni. Persone presenti, davvero. Presto inizieremo la nuova avventura di quest’anno che ci vedrà partecipare una volta al mese ai nostri amati incontri e confronti di lettura.
Meraviglia è il pubblico che ci ringrazia per aver avuto la possibilità di partecipare a questi eventi carichi di bellezza. Ed è anche l’ospite che ci dice grazie, a sua volta. E che vuole tornare.
Sono sempre più orgogliosa o meglio, Fiera, di essere parte integrante e integrata di questa squadra Argonauta, che è la mia vera vera meraviglia.
Che mi ha fatta nascere di nuovo e mi fa crescere sempre, come piace a me… dentro il mondo che mi appartiene.
I miei compagni di viaggio sono quanto di meglio potessi immaginare mentre camminiamo spediti con una sedia in mano, un mazzo di chiavi da consegnare, un ospite da far entrare in questo gruppo così meravigliosamente squilibrato e compatto.
Perché mentre tutto accade, ci guardiamo, sorridiamo, ci abbracciamo, tendiamo due mani (che se potessimo ne tenderemmo anche tre o quattro). Ci fermiamo e ridiamo.
Li ho lasciati per ultimi ma non smetterò mai di ribadire che senza Eleonora e Maurizio, tutto questo non esisterebbe.
Siamo i primi a credere che la meraviglia non solo sia possibile… ma che sia l’unica cosa che ci salverà.
Appuntamento con ArgoCircolo letterario presso la Sede di Argonautilus – 20 novembre 2018 ore 18:00
Mi piace pensare che diventerà un appuntamento fisso.
I Mercoledì di Argonautilus.
Con la musica in sottofondo e gli ospiti che si muovono nel fermento delle chiacchiere, che sorridono al tintinnare dei bicchieri.
Mi piace vederlo come luogo magico, terreno fertile di scambi reciproci.
È l’incontro tra le persone, ogni parola può diventare nodo di una rete in continua costruzione.
È un’Iglesias che cerca d’essere diversa, di respirare aria di novità.
Per la prima serata, in sintonia con il caldo rinnovato di questo Settembre a cavallo tra l’estate che sgocciola e l’autunno che si avvicina di soppiatto, abbiamo scelto un tema tropicale. Candele profumate, foglie di ficus decorate in oro con quelle che sono le nostre parole chiave: Party, Argonautilus, Fiera del libro di Iglesias, Fiera Off, Costruire, Big Blue Festival, Aperitivi Filosofici.
Carne speziata, patate, cous cous di verdure, spiedini di frutta a dare un tocco di colore e ad accompagnare il rosso dolce della sangria, in un clima di convivialità.
Calici di vetro, piatti in porcellana, barchette e posate di legno. Sì, perché sensibilizzati al tema dal Big Blue Festival e come abbiamo optato agli aperitivi filosofici, anche in questa occasione abbiamo scelto di non utilizzare la plastica.
E anche così, ha tutto una luce diversa.
Il coro di Iglesias, in borghese, ci ha regalato un momento di canto e musica allietando gli ospiti.
Tra i presenti, l’illustre archivista Celestina Sanna, l’Assessore alla cultura di Iglesias, scrittrici, docenti, ragazzi e ragazze ormai diplomati che hanno speso con l’associazione Argonautilus le ore di alternanza scuola/lavoro. La loro costante presenza è un chiaro segno di quanto attività come queste possano lasciare un segno forte nelle loro menti, depositandosi nelle anime ancora acerbe ma assennate, che hanno davanti il futuro da costruire.
Abbiamo festeggiato insieme l’uscita del nuovo libro di Khaled Hosseini “Preghiera del mare”, edito da SEM società editrice milanese con la quale speriamo sia solo l’inizio di una collaborazione.
Un tema forte, attuale, che con le parole di Khaled Hosseini e le illustrazioni di Dan Williams cerca di tenerci ancorati alla nostra umanità, mentre sfogliamo le pagine del libro e andiamo avanti con la nostra vita.
Vita da festeggiare, da proteggere e da coltivare anche con le piccole cose come un mercoledì qualunque in mezzo a una qualunque settimana dell’anno.
I Mercoledì di Argonautilus.
di Erika Carta
Responsabilità. Consapevolezza. Autonomia.
Tre parole che hanno riecheggiato in questa estate iglesiente sui social e tra i tavoli dell’Electra Cafe’ Letterario.
Tre parole che sono chiave e al tempo stesso tesoro, che si diramano nell’attuale ma hanno radici profonde ben più lontane.
Condivido spesso il mio pensiero sulla magia emanata dai libri, ne trovo dimostrazione ogni qualvolta mi accolgono tra le pagine, quando incontro gli occhi di chi parla questa stessa lingua.
Lo scorso 28 Agosto si è conclusa la prima rassegna di Aperitivi Filosofici a cura di Argonautilus.
Tre incontri che hanno sprigionato il genere di magia di cui ho parlato poc’anzi.
Federica Musu, socia di Argonautilus, professoressa e donna che va veloce come un treno e non smette mai di correre, ha permesso a tre filosofi di rivivere ancora una volta nella sua voce.
Trovo meraviglioso il fatto che le parole scritte, raccontate e ascoltate abbiano l’immenso potere di attorcigliare passato e presente, di fondere le persone in un unico cuore pulsante, in grado di riempire una piazza.
Platone (428/427 a.C. – 348/347 a.C.) padre, assieme al suo maestro Socrate e al suo allievo Aristotele, del pensiero filosofico occidentale.
Abbiamo affrontato il concetto di Responsabilità attraverso il mito di Er, dove il filosofo greco parla di reincarnazione e della responsabilità morale che abbiamo nello scegliere le nostre vite dopo la morte.
René Descartes, per gli amici Cartesio (1596-1650) padre francese della matematica e della filosofia moderna.
Un discorso intenso sulla Consapevolezza, che ha tenuto gli ospiti incollati alle sedie.
“Cogito ergo sum”, Penso dunque sono. Una massima bellissima che fa del pensiero il mezzo per rendersi conto che l’uomo, in quanto essere pensante, può distinguersi dalla “res estensa”, ovvero dalle cose sensibili che lo circondano. Da Cartesio abbiamo anche appreso l’importanza del dubitare, dell’esercizio del dubbio come metodo non per distruggere una verità, piuttosto per avere sempre nuove certezze fondate su qualcosa di veramente solido.
“Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”.
Immanuel Kant (1724-1804) filosofo tedesco tra i primi a portarci nella corrente dell’illuminismo e fondatore del criticismo.
Si parla ancora una volta di morale, ma la grande novità al riguardo è la nascita del concetto di Autonomia. Kant parla di morale autonoma, sostiene che la fonte delle leggi risiede all’interno dell’uomo stesso. Egli può, servendosi della Ragione, decidere volontariamente se seguire e applicare queste leggi dettate dal proprio io, piuttosto che seguire una qualsivoglia legge proveniente dall’esterno.
Tutti i temi affrontati sono stati seguiti con partecipata attenzione, discussi e adattati al qui e ora.
A fare da sfondo a queste chiacchierate, le illustrazioni di Sara Camboni, socia che mette a disposizione la propria arte al pubblico, rendendo facilmente comprensibile ciò che vuol rappresentare in modo divertente, ironico e sagace.
Un’importante collaborazione che ha accompagnato gli aperitivi filosofici è stata quella con il Big Blue Festival che dice No alle cannucce di plastica, prediligendo l’ecologia e la salvezza dell’ambiente.
Ma sapete, la cosa che più rimane, ogni volta che le persone si incontrano a questo genere di eventi e si scambiano sorrisi e cultura, sono le emozioni.
Forti, tangibili, frutto dello stare insieme e tornare a casa arricchiti con qualcosa che non ha un prezzo materiale.
La soddisfazione pura e semplice per un evento ben riuscito, che ripaga tutto il duro lavoro che sta dietro alla nascita di una nuova idea.
E di idee, di sogni, gli Argonauti ne hanno pieni i cassetti, che aspettano solo di essere spalancati e condivisi.
Altri filosofi fremono in attesa che si parli un po’ di loro agli aperitivi che verranno, in versione autunnale.
Mentre un evento prossimo, il 5 Settembre, vedrà l’inaugurazione dei “Mercoledì di Argonautilus”, dove si parlerà insieme del nuovo libro in uscita di Khaled Hosseini, “Preghiera del Mare” edito da SEM Società Editrice Milanese. Sarà un altro modo per riflettere e per festeggiare la vita con un tropical sangria party.
“La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande”.
-Hans Georg Gadamer-
di @Erika Carta
“La società in cui viviamo ci ha sempre insegnato a scindere il lato femminile da quello maschile e viceversa. Ma soltanto chi attinge senza alcuna remora a entrambi è dotato di quella che si chiama: intelligenza emotiva”.
Con questo concetto, Piergiorgio Pulixi porta a conclusione la serata che lo ha visto protagonista alla Storytelling Libreria-Sala da tè, nell’evento di FieraOFF, della Fiera del libro di Iglesias, organizzata dall’Associazione culturale Argonautilus.
Non è stata una mera “presentazione” del suo ultimo romanzo, piuttosto mi piace vederla come una chiacchierata compartecipata dove l’autore ha raccontato, anche attraverso le domande delle relatrici e del pubblico, “Lo stupore della notte”.
È lo stupore suscitato da Milano, che va vissuta da dentro, per essere davvero capita.
E Piergiorgio Pulixi si è calato di persona nelle tenebre della città, per raccontarle.
Parole senza bavagli, pagine fitte di emozioni forti e contrastanti che rimandano alla paura, al disagio, al sentimento radicato della vendetta e della giustizia, con un velato senso di impotenza che pende come spada di Damocle sopra le teste.
Un piede già in là, oltre il baratro del buio.
Terrorismo, lotta a un nemico che si è venuto a creare all’interno della società stessa. Immigrati di seconda e terza generazione in conflitto, che vivono il contrasto tra il fallimento delle famiglie d’origine e l’immaginario occidentale.
Il lavoro incessante delle forze dell’ordine, ramificato in trame complesse, non sempre lineari.
Piergiorgio Pulixi ha imparato a seguire le storie, a recarsi personalmente dove esse parlano per toccare con mano le situazioni ed entrare nel loro cuore pulsante.
Ha la straordinaria capacità di entrare nelle vite dei personaggi con spiccata sensibilità ma soprattutto con reale empatia e questo gli permette di non esprimere o lasciar trapelare giudizi sul loro operato.
Il confine tra bene e male è appena accennato, si confonde perfino agli occhi del lettore, che si lascia trascinare dai diversi punti di vista.
Osserva come dovrebbe osservare un giornalista, con gli occhi accesi di oggettività e al momento di mettere nero su bianco la storia che intratterrà il pubblico, riesce non soltanto a raccontare verità, siano esse scomode o meno, ma a romanzarle in un perfetto intreccio di situazioni e personaggi.
Rosa Lopez, protagonista tra le pagine, è una donna in carriera nelle forze dell’ordine, superiore in formazione a tanti dei suoi colleghi uomini. La sua scelta la porta a dover compiere un duplice sforzo per emergere e non fare entrare nessuno nella sfera privata delle sue emozioni. Lei stessa se ne allontana quando a prevalere non può che essere la lucidità.
È una donna coraggiosa che ha imparato a non fuggire dal buio perché questo vorrebbe dire tirarsi indietro, abbandonare, e lei non può permetterselo.
C’è un momento però, in cui si spoglia della freddezza necessaria che la accompagna nel mondo esterno, per addentrarsi nel profondo di sé stessa, ed è un momento puro, intenso e pregno di bellezza.
E dopo aver parlato di scelte, punti di vista e scambi di idee in questa serata di cultura, Piergiorgio Pulixi si è prestato con disponibilità e simpatia a un’intervista particolare dove “scelta” e “parole” sono state protagoniste.
“Piergiorgio, cominciamo. Bianco o Nero?”
“Nero”.
“Rosa Lopez o Carla Rame?”
“Carla Rame”.
“Città o Campagna?”
“Città”.
“Luce o Buio?”
“Buio”.
“Topolino o Dylan Dog?”
“Dylan Dog”.
“Romanzo o Racconto?”
“Racconto”.
“Milano o Cagliari?”
“Cagliari”.
“Spritz o Mojto?”
“Mojto”.
“Stephen King o Lovecraft?”
“Stephen King”.
“Leggere o scrivere?”
“Sempre leggere, assolutamente!”
“Alba o Tramonto?”
“Alba”.
“Guerra e pace o Harry Potter?”
“Eh, questa è ardua… Guerra e pace”.
“E per finire… Apatia o Stupore?”
“(Sorride) … Stupore”.
di Erika Carta
Solstizio d’estate: dato di fatto, poesia che fa pensare al sole caldo, a una brocca di limonata fresca, al vento leggero che porta cose belle. E nel tardo pomeriggio ancora soleggiato di Giovedì 21 Giugno, la Storytelling-Libreria Sala da tè ha aperto le porte all’estate e alla notte bianca dei lettori e delle librerie.
Anche quest’anno, in collaborazione con l’Associazione culturale Argonautilus, ha preso vita una delle tante sfaccettature di “Letti di notte”, l’evento nazionale ideato dalla casa editrice Marcos y Marcos e da Letteratura rinnovabile, giunto alla sua VII edizione.
La piccola, incantevole libreria di Gonnesa, a Sud dell’isola lambita dal mare, è una delle due librerie che hanno aderito a questa edizione, insieme alla Libreria Cyrano della città di Alghero.
“Vedi alla voce…” è il tema che ha lasciato libero spazio alla fantasia. “Storytelling a più voci” è stata l’interpretazione della libreria.
Ancora una volta, sono state le parole il cuore pulsante della manifestazione: scritte su fogli di carta appesi sul muro e in vetrina, fissate su un grande vocabolario, cantate, lette, ascoltate.
Gli ospiti sono stati accolti dalle “Voci di Holt”, la cittadina raccontata da Kent Haruf nei suoi libri, nella trilogia di Holt, letta dalla voce di Sergio Rubini, in alcuni estratti degli audiolibri inviati alle librerie dalla casa editrice NN, in collaborazione con Emons edizioni.
La serata ha proseguito il suo corso con la premiazione del miglior lettore per lo step intermedio dell’Italian Book Challenge, la sfida che vede i lettori battersi a suon di pagine lette e commentate.
C’è stato un momento in cui parole e musica si sono fuse in un connubio d’arte, arrivano dritte al cuore dei presenti… senza passare per gli occhi.
“Chiudi gli occhi… immagina una storia. Racconti tra voci e musica”, il titolo dato alle letture bendate.
Un vecchio giradischi suonava jazz tra le note di Duke Ellington e le voci di Neil Young e degli INKS, mentre nell’aria si levavano, ancora, parole raccontate. Da Marco Missiroli al Grande Gatsby, passando per L’insostenibile leggerezza dell’essere e il Preludio a un bacio di Tony Laudadio.
“È iniziata la festa”, narra F. Scott Fitzgerald e la festa inizia per davvero. Ancora musica, cibo e brindisi speciali con il prosecco della Libreria Bacco di Raffa di Puegnago del Garda. È stata l’occasione per un collegamento oltre mare con le ragazze del Festival Giallo Garda, gemellato con la Fiera del Libro di Iglesias.
In dirittura d’arrivo sono stai i lettori i protagonisti assoluti, le anime vere che fanno brillare di luce le librerie, unite nello spazio “Ti leggo una storia”, dove ognuno ha portato un po’ di sè leggendo dei brani a partire dalla “voce” scelta.
Parole come “verità”, “confini”, “mare” sono diventate luoghi di una mappa immaginaria.
E per finire, la delizia delle voci, le chitarre e l’armonica di Giulia e Fabio, hanno visto la sera diventare notte.
La notte bianca dei lettori e delle librerie.
Letti di notte 2018.
Vedi alla voce… “Ispirazione”.
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©Erika Carta
“Bambini, secondo voi cos’è l’intelligenza?”
Mormorii sommessi, qualche risposta coraggiosa soffiata a bassa voce.
“È chiedersi sempre perché” risponde il professore Massimo Lumini, affascinando loro, e non solo.
Così, muoviamo i passi dentro quelle che abbiamo chiamato “Le stanze della mente di un ricercatore”.
Festival della Scienza alla “E. D’Arborea di Iglesias”, a cura dell’Associazione Agorà – I locali della scuola hanno accolto mostre e laboratori che hanno permesso ai visitatori di entrare a sbirciare il mondo di Massimo Lumini,che con le sue ricerche, studi e parole, lega passato presente e futuro. Alcuni allievi del professore hanno fatto esperimenti sull’infinitamente piccolo, con le lenti Blips che trasformano qualsiasi cellulare in un microscopio. In un’altra aula la Dottoressa Maria Salvador Fernandez ha intrattenuto gli ospiti con un bellissimo laboratorio sul magnetismo.
Le ragazze del Liceo Scientifico di Iglesias hanno illustrato quelle che sono le definizioni e i fondamenti della biomimetica, nella mostra “Biomimetica: A lezione dalla natura”. Un arduo compito, cercare di attirare l’attenzione dei più piccoli delle classi elementari. E spiegare loro quanta importanza ha la Natura. Spingerli a capire quanto si può imparare, semplicemente prestando attenzione agli elementi della natura, e quanto abbia ancora da darci: soluzioni a impatto zero per i problemi dell’uomo moderno, già scritte e sperimentate in secoli di evoluzione. Pronte da essere utilizzate.
Noi dell’Associazione Argonautilus, ci siamo occupati della mostra “Wunderkammer 2.0 – nelle stanze della mente di un ricercatore”. La parola, di origine tedesca, significa “Camera Delle Meraviglie” e si riferisce ai luoghi in cui, tra il XVI e il XVIII secolo, venivano esposte raccolte di oggetti straordinari, atte a suscitare la meraviglia dei visitatori. Abbiamo raccontato alle classi che sono venute a trovarci, che alla fine del 1600, quando erano ancora pochi a poter viaggiare su e giù per il mondo, le “Camere delle Meraviglie” divennero antesignane dei musei: stanze piene di oggetti con caratteristiche particolari, nuove e sconosciute, creati dalla natura o talvolta dall’uomo. Libri, piante essiccate, resti di animali o interi animali esotici imbalsamati, reperti archeologici, pietre, manufatti, fino a esempi di deformità in natura, o perfino “falsi” storici come le riproduzioni di animali mai esistiti. Le collezioni, occupavano tutto lo spazio disponibile: riempivano le scansie, i cassetti e tutta la superficie degli espositori, pendevano dal soffitto, stavano appesi alle pareti. Oltre alla natura degli oggetti, era anche la loro quantità e dover meravigliare.
Invece, la nostra Wunderkammer 2.0 (dopo la prima Wunderkammer, creata per la Fiera del Libro di Iglesias 2017 e riproposta al Big Blue Festival 2017) doveva condurre i visitatori dentro le stanze e la mente di un ricercatore. E noi, attraverso un filo di lana rosso, abbiamo guidato bambini e ragazzi nel percorso di libri, appunti, studi e scoperte del nostro Massimo Lumini. Egli stesso ha illustrato una piccola parte delle meraviglie nascoste dietro ai suoi occhi, capaci di osservare la natura, stupendosi ancora e ogni giorno, davanti ai suoi misteri.
Ha parlato di un piccolo omino dentro il suo cervello che lo tiene sveglio chiedendogli sempre: “Perchè?”
A quel punto, si è creata magia. Abbiamo assistito, rapiti, all’annullarsi della differenza di età tra uno studioso di grande esperienza e i piccoli che lo ascoltavano persi nelle sue parole.
Poi è stato un gioco da ragazzi “intervistare” le classi, generando imprevedibili associazione di idee.
“ Quali impressioni e sensazioni ha suscitato in voi, ciò che avete visto e ascoltato?”
“Se aveste la possibilità di possedere una vostra Wunderkammer, quali tesori raccogliereste al suo interno?”
È stato un susseguirsi di risposte, dapprima sussurrate timidamente poi gridate in un’esplosione: “Una paperella volante” , “Mare in barattolo” “Libri antichi” “Scheletri di animali”! Spunti, pensieri che si ispiravano l’un l’altro.
Giornate ricche di insegnamenti, e d’arte. Mi piace pensare che i bambini e ragazzi che sono passati al nostro Festival della Scienza, siano tornati a casa con la mente piena di colori e di “perché”. E sono sicura che lezioni così, lontani dai banchi di scuola, con maestri come Massimo Lumini, abbiano un impatto diverso sulla voglia di studiare, conoscere, imparare e soprattutto MERAVIGLIARSI.