Stamperia Interno 1

Sabato 8 ottobre, in occasione di #CortiliAperti e affiancando la rassegna #arteallecorti, Sara Camboni ha aperto la sua Stamperia Interno 1 di via Stampatori 4 a Torino per un one-day-event dedicato a tre autori contemporanei, Simone Scardino, Raffaele Cirianni e la stessa Sara Camboni, che ha curato l’allestimento e la direzione artistica della mostra.

Le abbiamo fatto qualche domanda sull’ideazione e la realizzazione di questo progetto.

Come hai pensato e strutturato la mostra?

Sara: Ho pensato alla mostra come un modo per presentare il nostro lavoro a un pubblico “esterno” all’accademia. Credo sia importante imparare a relazionarsi al di fuori dell’ambiente scolastico e questo a mio parere è un modo efficace. L’idea è partita dall’evento che si sarebbe svolto il pomeriggio all’interno del giardino del palazzo, che prevedeva una visita guidata di tre gruppi aderenti al progetto. Contattando l’organizzazione abbiamo deciso di allungare brevemente il percorso esponendo e spiegando i nostri lavori ai visitatori. La stamperia poi è rimasta aperta anche dopo l’evento.

Le opere esposte seguivano un percorso tematico?

Sara: No. Le opere sono parte di un percorso individuale. Ci sono dei punti di incontro tra alcuni lavori, ma non sono legati da una tematica particolare. L’intenzione era quella di rendere partecipe il visitatore della ricerca di ciascuno di noi, in quanto studenti che appena si affacciano al mondo dell’arte, spinti solo dalla curiosità; non era necessario imporre un filo conduttore al momento. Magari in seguito faremo dei lavori decisi appositamente per un percorso specifico.

Hai un modello di riferimento per la creazione dei tuoi lavori?

Sara: In questo momento sto prendendo spunto dal pensiero di Giacometti, dal suo esistenzialismo e dal suo rapporto con il reale.

Qual è il settore dell’arte che ti appare al momento più stimolante e capace di portare vera innovazione?

Sara: Mi sto dedicando molto all’incisione calcografica, scoprendo delle potenzialità che potrebbero essere la chiave per portare qualcosa di relativamente nuovo. Dico relativamente perché in tanti praticano questa disciplina, ma ancora risulta un settore “di nicchia”, e mi piacerebbe che venisse scoperta da un pubblico maggiore.

La mostra di sabato 8 ottobre ha riscosso un grande successo di pubblico. Cosa pensi di chi crede che l’arte contemporanea sia materia per pochi appassionati e/o cultori?

Sara: Credo che l’arte contemporanea – così come tutta l’arte – abbia un suo linguaggio. Affermare di non capirla senza aver tentato di impararne almeno le basi mi sembra superficiale. Ci sono aspetti anche dell’arte classica che possono sfuggire ai nostri occhi, ma spesso ci limitiamo ad apprezzarne l’estetica e per questo pensiamo di averla capita. L’arte contemporanea non segue i criteri estetici che siamo abituati ad apprezzare, ma non per questo è un mondo limitato a pochi! Basta avere la pazienza di leggerla e studiarla, eventualmente farci aiutare da chi è più esperto, e in seguito decidere se condividere o meno determinate scelte.

In attesa della prossima apertura straordinaria della Stamperia Interno UNO di Sara Camboni, ricordiamo che il cortile del Palazzo Scaglia di Verrua che la ospita, è un gioiello nascosto di Torino, a pochi metri dalla frequentatissima via Garibaldi. Sobrio e raro nel suo genere, il palazzo risale alla fine del 1500, e ha mantenuto nel tempo inalterato il suo originale impianto rinascimentale. Il che lo rende uno dei pochi edifici di Torino con la facciata affrescata, e forse l’unico a non aver subito nel tempo rimaneggiamenti barocchi.

 

 


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Sara Camboni, è nata a Iglesias nel 1995 e studia Grafica dArte – Incisione presso lAccademia Albertina di Belle Arti di Torino. Nel 2015 inizia una ricerca sul rapporto tra immagine e realtà attraverso una serie di sperimentazioni con lutilizzo delle tecniche calcografiche. Nel 2016 inaugura il suo laboratorio calcografico a Torino.

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