Buona, eroica Disobbedienza.

Fin da bambini ci insegnano a dire Sì, a non contraddire, a seguire chi comanda senza vedere realmente la strada percorsa, troppo impegnati a puntare lo sguardo ai piedi che si muovono per inerzia. Ci allenano all’obbedienza. Il che, alle volte può essere un bene, quando il motore che la muove è fatto di regole e valori sani.
Ma troppo spesso l’obbedienza si dà un po’ la zappa sui piedi. Si veste da mostro, diventa inconcepibile, perde il suo senso… si attacca come un parassita, diventando paura.
E poi… c’è chi solleva la testa e ha occhi per vedere l’ingiustizia che si sparge come macchie nere. C’è chi si ribella, c’è chi dice NO.
Socrate, Orfeo, Giordano Bruno, Nazim Hikmet, Oscar Wilde, Aung San Suu Kyi, Rosa Parks, Ghandi, Malala Yousafzai, Ipazia, Stephen Hawking.
E a raccontarcelo è Daniele Aristarco, che con le sue parole ha seminato un po’ di coraggio in tutti noi che lo abbiamo ascoltato e accompagnato in un tour di diffusione dei “suoi NO”.
Iglesias accoglie l’autore con un flash mob organizzato dagli studenti delle classi V dell’istituto magistrale Baudi di Vesme, guidati dalla passione della professoressa Federica Musu.
Abbiamo camminato per le vie della città, trasportati da nuovo entusiasmo, seguendo le storie che i ragazzi e le ragazze hanno scelto di interpretare. Abbiamo invaso con letture ad alta voce la Biblioteca Comunale Nicolò Cannelles, la Libreria Simona, la Libreria Mondadori, la Libreria Duomo e la Birroteca fermentazioni spontanee.
Ancora una volta sono i libri, la condivisione, è l’arte a superare i confini e portare insegnamenti e soprattutto consapevolezza.
Daniele Aristarco ci ha fatto un grande regalo, ma lui stesso sostiene che il libro che ha scritto non è più suo: è diventato nostro, dei ragazzi e ragazze che lo hanno interpretato e di chiunque abbia la voglia, la curiosità e il coraggio di entrarci dentro e portarsene un pezzo nell’anima.

“Passata di bocca in bocca, di millennio in millennio, la storia d’amore tra Orfeo ed Euridice continua a vivere. Con l’invenzione della poesia, Orfeo ha donato a se stesso e agli uomini un’immortalità preclusa persino agli dèi. In fin dei conti, ancora oggi l’arte resta l’unico mezzo a disposizione dell’uomo per dire NO alla morte.”

22/03/2018 ©Erika Carta