Mi sa che non ho mai scritto, sul Big Blue Festival.
Ci pensavo in questi giorni, che era in corso la decima edizione.
Dieci anni di attenzione all’ambiente, alla sostenibilità. Dieci anni di sostegno, difesa e promozione del territorio, per noi e per tutti.
L’unico Eco Festival, in tutta la Sardegna.
Gli occhi rivolti alle meraviglie sopra e sotto il mare, alla terra, che al mare fa da culla.
Per me, era il 2017. E ricordo che la mia prima tappa, dentro Argonautilus, fu alla spiaggia di Portovesme, a conoscere per la prima volta assieme ai bambini, la posidonia. A scattare fotografie, per avere testimonianza da lì al futuro.
Quei bambini poi, li abbiamo visti crescere. Perché sono tornati ogni anno, per partecipare ai laboratori, sempre diversi, sui teli blu stesi all’Antica Tonnara di Su Pranu, a Portoscuso.
Stimolare la curiosità e la conoscenza attraverso la creatività, quella divertente, quella narrata attraverso le storie che passano dentro gli occhi e lì rimangono, a brillare. E quella pratica, dove le mani si sporcano di terra, sale, argilla e nel mentre, imparano. I sorrisi si colorano.
Credo sia una delle forme di insegnamento più autentiche che si possano sperimentare.
In questi anni il palco dell’Antica Tonnara ha ospitato scienziati, giornaliste, biologi, fotografi, scrittori, musicisti, archeologhe, guide escursionistiche e ambientali, geologi e sono sicura che sto dimenticando molti degli studiosi e degli artisti di altissimo livello che sono stati con noi per divulgare la sapienza e condividere la bellezza.
Il portone in legno marrone, che a spingere le due ante si apre su questo posto dall’energia sorprendente dove architettura, cielo e mare si incontrano; pregno di storie e di vita, che per tre giorni d’agosto accoglie e raccoglie noi e tutte le anime erranti che entrano anche solo per pochi minuti.
È un luogo che trattiene ogni passaggio, ogni parola e di anno in anno si fa più ricco. Di contenuti, impegno, tradizioni e novità, di lavoro e passione. Di condivisione, scambio, vicinanza. Di amore per il paese, per quello che c’è dentro e intorno. Di resistenza.
Perché, ad andare avanti sono bravi quasi tutti… ma a rimanere, crescere e soprattutto osservare con coscienza questa crescita, si è in pochi.
E poi c’è ERA, la bella tartaruga che nasce nell’estate del 2020, in un momento che forse abbiamo già scordato, o forse no.
ERA, che abita la Tonnara da anni e ci aspetta, ogni agosto. Perché lo sa che torniamo. E ci porta tutti nel dorso, viaggia insieme a noi, ai bambini del Big Blue Festival, sorveglia il palco, tiene compagnia agli ospiti.
E chissà, magari quando non guardiamo scambia due sagge parole con POCHA, la balena, più giovane di lei, arrivata qualche anno dopo.
Le nostre immancabili mascotte.
Sono molti e preziosi, gli attimi fermi da cui guardare tutto questo, sentirlo nella pelle, capire l’esatto momento in cui sedimentano nel cuore.
Che quando il sole tramonta, l’ultima sera, la malinconia al crepuscolo si fa intensa e quest’anno, anche un po’ di più.
La scritta di legno bianca e blu, illuminata da dieci anni nella notte, sullo sfondo del mare cobalto.
BIG BLUE FESTIVAL.
Che porta cose belle, come sogni realizzati all’improvviso e stelle cadenti.
E che viene, da dirlo, anche quest’anno “ce lo siamo portato a casa.”
Ed è proprio così.